Salta al contenuto principale Salta al menu principale

La lingua italiana dei segni riconosciuta dalla città di Biella

L'assessora Fulvia Zago con l'interprete durante il dibattito in consiglio comunale

Il sì unanime del consiglio comunale ha sancito il riconoscimento ufficiale della città di Biella per la Lis, ovvero la lingua italiana dei segni, la principale forma di comunicazione nel mondo di chi ha perso l'udito. La delibera è stata messa ai voti nella seduta di martedì 31 gennaio: l'assessora alle pari opportunità Fulvia Zago l'ha illustrata con l'aiuto della traduzione simultanea di un'interprete, Katia Smerilli, che ha consentito la comprensione immediata del dibattito agli iscritti all'Ente nazionale sordi, presenti tra il pubblico insieme alla presidente della sezione biellese Annalisa Di Gioia, seduta accanto al presidente del consiglio comunale Fabrizio Merlo.

«È una lingua completa, dotata di una sua grammatica e anche delle inclinazioni dialettali, differenti a seconda del territorio» ha ricordato Fulvia Zago. «Nella scuola è importante perché consente agli alunni di ricevere le informazioni usando il senso che gli è più congeniale, quello della vista». La traduzione simultanea effettuata in consiglio ha dimostrato come la velocità del linguaggio parlato sia la medesima rispetto alla lingua dei segni, il che consente, proprio nelle scuole, che il livello di apprendimento sia il medesimo sia per gli udenti sia per i non udenti. «Gli Stati devono adottare tutte le misure possibili per superare le barriere e consentire pari opportunità» ha aggiunto Fulvia Zago. «Ma il nostro parlamento non ha ancora legiferato. Oggi la comunità dei sordi ci ha chiesto aiuto. Abbiamo condiviso lo spirito della richiesta, arrivatoci dall'Ens, e abbiamo ampliato grazie al voto del consiglio il fronte delle amministrazioni che hanno riconosciuto la Lis come lingua ufficiale».