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Per il quarto anno tariffe senza rincari

Il biglietto per il bus urbano è una delle tariffe rimaste invariate

Per il quarto anno consecutivo non subiranno ritocchi – salvo novità portate dalla legge finanziaria in via di approvazione a Roma – le imposte comunali e le tariffe dei servizi a domanda individuale. La giunta ha dato il via libera, nella seduta di lunedì 26 novembre, a una prima parte di delibere che, in vista della presentazione del bilancio nell’ultima seduta dell’anno del consiglio comunale, fissa le regole per le entrate nelle casse di palazzo Oropa.

Non sono previsti rincari per i servizi: resta a 1,20 euro il biglietto del bus urbano, valido anche sui tratti in territorio cittadino delle linee extraurbane e non più necessario sulla funicolare del Piazzo, gratuita dalla sua riapertura il 10 luglio. Non si muovono nemmeno le rette degli asili nido, che avevano subito una riduzione di 20 euro al mese nel 2015, e il prezzo dei pasti delle mense scolastiche, che sempre nel 2015 erano stati scontati di 50 centesimi con la gratuità per la fascia di reddito più bassa. Per le prime si va da un minimo di 59,07 euro al mese a un massimo di 462,60 euro, la tariffa per i non residenti in città. Per il secondo il minimo è di 0,53 euro a pasto, il massimo, sempre per i non residenti, è di 5,91 euro. Nulla cambia anche per il servizio scuolabus (12,85 euro al mese) e prescuola (9,77 euro al mese) così come per i centri estivi. Non sono previsti rincari neppure per le altre tariffe, dall’affitto dei campi sportivi a quello delle sale comunali per conferenze o cerimonie fino al rilascio di documenti.

Restano ai livelli del passato anche la tariffa di occupazione del suolo pubblico (Tosap) e l’imposta sulla pubblicità. Su questa c’è ancora un’incognita, annunciata nella delibera stessa, legata a un provvedimento contenuto nella legge finanziaria in via di approvazione in Parlamento. Se fosse confermato dal voto dell’aula, il ritocco sarebbe imposto dal Governo.

Nei mesi scorsi Biella era risultata in controtendenza rispetto alle medie nazionali mostrate in uno studio della Cgia di Mestre, che aveva puntato il dito sui Comuni che avevano compensato i mancati trasferimenti statali con il ritocco delle tariffe comunali. Nel periodo tra il 2015 e il 2018, per esempio, erano risultati rincari medi intorno al 5% per asili nido e mense scolastiche, a fronte del ribasso di Biella. Ancora più vistosa la differenza per le tariffe per il rilascio di pratiche e documenti: invariate a Biella, cresciute dell’88% in media in Italia.