Salta al contenuto principale Salta al menu principale

La mummia femminile di Asti: un “cold case” dall’antico Egitto

Al Museo del Territorio la conferenza sulla mummia femminile di Asti

Venerdì 24 febbraio al Museo la Conferenza di Mariacristina Marchegiani

Tra le numerose attività organizzate in occasione della mostra “Da Taaset a Tutankhamon”, questa è la prima di una serie di conferenze a ingresso libero. Venerdì 24 febbraio alle ore 18 al Museo del Territorio Biellese si parlerà della piccola e preziosa collezione egizia del Civico Museo Archeologico di Asti. In particolare del sarcofago femminile e della sua mummia, quello che potremmo definire un “cold case” dall’Antico Egitto.
Tra il 1901 e il 1903, sulla scia dell’interesse suscitato dalla costituzione del Museo Egizio di Torino, il conte Leonetto Ottolenghi volle dotare il museo di Asti, all’epoca in palazzo Alfieri, di una sezione egizia. Il conte acquistò una rara tipologia di sarcofago femminile, con copricapo decorato da motivi floreali. I sarcofagi di simile fattura, ad oggi conosciuti, sono sette e tutti femminili. Le indagini più recenti e sofisticate sul sarcofago e sulla mummia di Asti, nell’ambito del progetto “Signora delle Ninfee”, hanno permesso di ricostruire frammenti di vita della più esotica e antica ospite dei musei astigiani.
Lo splendido sarcofago fu l’ultima dimora di una donna, che con ogni probabilità visse a Tebe o in un luogo vicino alla capitale del Nuovo Regno, tra la XXI (1070-945) e la XXII dinastia (945-715). Di questa donna, che morì relativamente giovane, tra i 30 e i 35 anni, non conosciamo il nome, né i suoi titoli. Le iscrizioni presenti sul sarcofago corrispondono a generiche formule funerarie, lasciando in ombra l’identità e il ruolo ricoperto in vita dalla defunta.
Sappiamo però che durante la sua breve vita subì un incidente che le causò la quasi totale perdita dei denti dell’arcata superiore e importanti lesioni ossee al volto. Sopravvisse, ma quanto influirono sulla sua vita di giovane donna la perdita dei denti e l’asimmetria evidente, chiaramente leggibile nella ricostruzione del volto? Le analisi ancora in corso permetteranno di risolvere questo cold case dell’antichità?
La conferenza è a cura di Mariacristina Marchegiani, conservatore archeologo delle Civiche Collezioni Archeologiche dei Musei di Asti, consulente del Comune di Asti e incaricata della stesura del progetto scientifico del costituendo Museo Archeologico. Laureata in Lettere Classiche, si specializza in archeologia dell’Italia preromana alla scuola di specializzazione di Matera (Università di Potenza). In seguito ottenne il Master in didattica generale e museale presso l’università di Roma 3. Ha lavorato come collaboratore esterno in diverse soprintendenze archeologiche e partecipato a scavi con l’Università di Torino a Locri, Pomarico, Metaponto e Tarquinia. Ha collaborato alla catalogazione del materiale ceramico e metallico dei Musei Reali di Torino, nell’ambito del progetto “Antichità Reali”. Infine, ha condotto studi e percorsi didattici per il Museo Egizio di Torino.
Modererà l’incontro Angela Deodato, conservatore archeologo del Museo del Territorio Biellese.

Venerdì 24 febbraio 2023 alle ore 18
Ingresso libero
Info: museo@comune.biella.it – Tel.: 015-2529345

Area tematica: