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Museo del Territorio, lo scambio di opere con il Mart di Rovereto

Il "Fiore Futurista" di Giacomo Balla

Un'inaugurazione in pressoché perfetta contemporanea: la mostra “I pittori della luce” al Mart di Rovereto, una delle “case” più prestigiose dell'arte moderna in Italia, e l'apertura del nuovo allestimento del Museo del Territorio Biellese sono entrambe in programma sabato 25 giugno. Non è del tutto un caso, visto lo scambio di opere tra i due musei. Se a Biella resterà esposta la scultura “Fiore futurista” di Giacomo Balla, in prestito dalla collezione trentina, ha seguito il percorso inverso il dipinto “Riflessioni di un affamato” di Emilio Longoni, uno dei capolavori più preziosi della collezione del Chiostro di San Sebastiano, reduce peraltro da due prestiti a Milano (è stato esposto alle Gallerie d'Italia in una mostra che ha accompagnato Expo) e a Madrid. Nella capitale spagnola, nella sede della Fundaciòn Mapfre a Paseo de Recoletos, ha debuttato l'esposizione che da sabato trasloca a Rovereto: “I pittori della luce. Dal divisionismo al futurismo” (questo è il titolo completo) sarà visitabile fino al 9 ottobre e promette di offrire una sintesi sul rinnovamento artistico italiano avvenuto tra la fine dell'800 e l'inizio del '900.

Il “Fiore Futurista” di Giacomo Balla, prestito del museo trentino a quello biellese, sarà messa a confronto in allestimento con l’opera di proprietà del Museo, sempre di Balla, “Linee - forza di paesaggio”, uno dei dipinti che si svelano al pubblico con il nuovo allestimento. Non solo: grazie alla collaborazione con il FabLab di Biella saranno a disposizione dei visitatori, soprattutto i più piccoli, delle riproduzioni in legno, tagliate con il laser, da smontare e ricostruire. Resteranno poi a disposizione del Museo del Territorio per essere utilizzate nei laboratori con le scuole che si svolgono quasi quotidianamente nelle stanze del Chiostro di San Sebastiano.

L'appuntamento con l'inaugurazione è alle ore 18. I visitatori potranno ammirare, oltre a opere già conosciute, capolavori conservati a lungo nei depositi che troveranno spazio nel nuovo percorso espositivo. Il progetto è frutto di un percorso condiviso con la Regione Piemonte, che ha l’obiettivo di valorizzare in maniera significativa l’importante patrimonio della Città di Biella e rendere il Museo del Territorio Biellese sempre più centro della storia culturale e artistica del nostro territorio.

Nel grande salone al primo piano, a partire dalle testimonianze pittoriche del XII secolo è possibile seguire l’evoluzione della cultura figurativa e del gusto collezionistico locale: opere cinquecentesche provenienti dalle più illustri botteghe vercellesi, lasciano il posto a dipinti caravaggeschi e di scuola veneta settecentesca, che testimoniano l’ambiente culturale entro cui lavorarono i fratelli Galliari, scenografi di fama internazionale, biellesi d’origine.

Le collezioni di Ottocento e Novecento, frutto di donazioni private, permettono di presentare la pittura piemontese di paesaggio con dipinti di Antonio Fontanesi, Marco Calderini, Giovanni Giani e Giovanni Piumati e inserire in un contesto culturale artistico più ampio la produzione di Lorenzo Delleani, nativo di Pollone e tra i maggiori esponenti della pittura di paesaggio della sua epoca. Capolavoro divisionista è l’opera di Emilio Longoni che apre il percorso alla suggestione di un contesto collezionistico biellese di inizio Novecento d’eccellenza, da cui provengono opere di Carlo Carrà e dei maggiori esponenti delle Avanguardie storiche della prima metà del Novecento, come René Magritte, Paul Klee, Max Ernst, Marc Chagall, Joan Mirò e dei connazionali Giacomo Balla e Lucio Fontana. L'altra novità riguarda la sezione archeologica, dove sarà inaugurato il segmento “Viaggiare sull’acqua nel Biellese Antico” con l’esposizione di un eccezionale reperto ligneo, una piroga monossile di età romana proveniente dal Lago di Bertignano.

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