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La panchina rossa dei giardini Zumaglini è tornata

La nuova versione della panchina rossa dei giardini Zumaglini

È tornata al suo posto ai giardini Zumaglini la prima opera del progetto Panchine rosse: stop alla violenza, nato su impulso della città di Biella, delle associazioni Women@Work Italia, VocidiDonne e Non sei sola, della Casa Circondariale di Biella e dell’Istituto Liceo Artistico. Saranno sei le panchine dedicate la tema della violenza di genere, di cui la prima è ubicata ai giardini Zumaglini, è denominata  “respect” e realizzata da Gigi Piana. Questa prima panchina è stata inaugurata lo scorso 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, ma a causa della messa in sicurezza e anche di ulteriori sviluppi dell’opera che l’artista biellese voleva realizzare è stata smontata ed è stata rimontata il 18 gennaio nella sua forma definitiva.

Gigi Piana infatti spiega come è nato e come si è sviluppato questo lavoro, partendo da questa domanda: che cosa vuole dire fare arte contemporanea oggi? «Parto dal presupposto che si tratta non di un’opera da esporre a una mostra bensì di un'installazione site-specific, un lavoro che non andrà a far parte dell'arredo di un privato ma un oggetto che rimarrà allestito in modo permanente in città; questo è stato il mio primo pensiero e poi successivamente mi sono confrontato con amici psicologi, antropologi, come faccio di consueto. La mia idea era quella di rendere riconciliabili due elementi che normalmente creano divisione, l'essere uomo e donna, rappresentati in questo lavoro emblematicamente dal rosso e dal blu. Nei miei lavori legati al ‘genere’,  maschile e femminile si mescolano all'interno di ognuno di noi e convivono in modo equilibrato. Seguendo questo ragionamento, in questo lavoro gli assi che compongono la panchina sono stati divisi al centro, è stato creato un tassello (pezzo di puzzle), in materiale trasparente (plexiglas) che contiene la scritta “respect”, il tassello rappresenta il trait d’union tra la parte rossa e la parte blu, per quanto mi riguardava bastava a contenere il significato, mantenendo un livello estetico a me vicino, e così l'ho montata, grazie all'aiuto prezioso della mia assistente Luisella Campesan e del falegname Davide Cominetto che tanto hanno fatto e donato in termini economici e di tempo per la realizzazione. Una volta allestita la panchina, lo scorso novembre, privatamente e principalmente sui social è nata una corposa dialettica in relazione al lavoro, a volte con toni molto polemici, è stato per me interessante vedere la reazione delle persone, all'opera e all'argomento. Mi interessa molto il parere delle persone, e trattandosi come già accennato di un'opera site-specific, in realtà i biellesi sono i proprietari di quel lavoro dunque i miei veri committenti, scartando le polemiche pretestuose, ho voluto invece tener presente il parere di chi entrava nel merito, con interesse e così ho deciso di accogliere alcuni consigli e di farli miei. In particolare ho ragionato sulla percezione avuta da qualcuno della ‘distanza’ che creava il rosso e il blu, altri  hanno sollevato il dubbio che sedendosi nella parte blu o rossa si decidesse già un'appartenenza, che per me era ingiustificata per l'assunto di partenza, ma alla fine il messaggio non era chiaro a molti e quindi ho preferito invertire l'alternanza dei colori, in un asse c'è prima il rosso e poi il blu, nella seconda l'inverso e così via, chi si siede ora, per forza sarà  appoggiato sia sul rosso che sul blu».

«Un altro cambiamento» prosegue Piana «è nato dal dialogo con un amico antropologo che si è concentrato sulla scritta "respect". Rispetto, certo, ma quale rispetto? E poi ancora rispetto in quale contesto? Da questo dubbio ho sviluppato un ulteriore pensiero che mi ha portato a non dare per scontato che il rispetto venga compreso o ancor peggio dettato da un obbligo e quindi ho apportato il secondo cambiamento: quello di aggiungere un punto interrogativo alla fine, non rispetto con un punto, non rispetto con un punto esclamativo, ma ognuno di noi deve domandarsi: come rispetto? Questo è stato per me interessante e questa per me è la modalità giusta di intervenire in un luogo pubblico».

L’assessore Francesca Salivotti dichiara a tal proposito: «Sono estremamente contenta di questo progetto e di come si sta sviluppando. La panchina rossa di Gigi Piana ha creato grande clamore, grandi discussioni, è questo per noi è stato un successo perché era proprio fra gli obiettivi di questa iniziativa: mantenere alta l’attenzione sul tema. Ringrazio per la sensibilità Gigi Piana che è stato anche in grado, attraverso l’ascolto, di far compiere alla propria opera un’evoluzione portandola in questa sua forma definitiva, che trovo particolarmente gradevole e ricca di significati. In primavera verranno allestite altre panchine, i ragazzi del Liceo Artistico stanno già lavorando sui bozzetti per le realizzazioni in opere. Nel corso del 2018 sicuramente il progetto si amplierà con la collaborazione di altri protagonisti cittadini e in più punti della città ci saranno queste panchine che oltre ad essere belle e accoglienti avranno anche il compito di tenere sempre alta l’attenzione al tema e nel contempo fornire utili informazioni a chi è in stato di necessità».