L'84% delle utenze non domestiche (cioé negozi, uffici, supermercati, studi professionali, attività artigianali) risparmia sulla tariffa rifiuti del 2016 rispetto al 2015: la statistica è la prima ufficiale e completa dopo l'introduzione della Tarip, la tariffa puntuale, entrata in vigore il 1 gennaio dell'anno scorso, ed è calcolata sul valore delle bollette con il saldo. I risparmi vanno dal -75,6% dei mobilifici al -33,9% di uffici, agenzie e studi professionali fino al -28% di edicole, farmacie e tabaccai e al -18,5% di bar, caffé e pasticcerie.
Anche nelle categorie merceologiche che appaiono colpite da rincari, sono le posizioni particolari a spiegare il dato: nella categoria che raggruppa i supermercati con panetterie, macellerie e negozi di alimentari il +81,8% rispetto al 2015 è tutto a carico della grande distribuzione con aumenti in bolletta che vanno da 8mila a 95mila euro. I piccoli negozi di quartiere invece in media risparmiano, con punte fino a -45% sull'anno precedente. Il calcolo è stato fatto sulle 2.979 utenze che erano attive sia nel 2015 sia nel 2016: sono 2.503 quelle che risparmiano rispetto al passato. Al conto totale si aggiungono altre 500 attività circa che non esistevano nel 2015, o perché appena avviate o per il cambio di ragione sociale rispetto a quella precedente.
L'assessore all'ambiente Diego Presa ha riempito fogli di calcoli sfogliando il faldone con i dati di tutti gli utenti consegnato da Seab, dove i risparmi si notano a colpo d'occhio, perché le bollette meno care sono scritte in rosso. E ci sono intere pagine (quelle sugli uffici ad esempio, ma anche quelle sui negozi non alimentari) in cui il rosso è il colore dominante. «Solo 84 uffici su oltre mille hanno subito un rincaro» commenta. «E il 66,5% dei bar beneficia di un ribasso. Va aggiunto che i vantaggi della Tarip per le imprese non si limitano a queste bollette più leggere, dato che possono “scaricare” il 10% di Iva che ora fa parte della tariffa. Grazie a questo ulteriore vantaggio, anche qualcuno dei “numeri neri” dell'elenco nasconde un effettivo risparmio per le aziende».
C'è un'altra cifra positiva nell'elenco dei dati della prima Tarip: la “bolletta generale”, ovvero la somma di quanto richiesto di tariffa rifiuti, è per le utenze non domestiche la pià bassa dal 2011, con 4.193.762 euro. «Nel 2014, l'anno dei rincari-capestro su alcune categorie come fioristi, ristoratori o mobilieri che trovammo in eredità e fummo costretti ad affrontare con il fondo di solidarietà, quella cifra era di 5.062.000 euro» aggiunge Presa. «È il frutto anche del risparmio che abbiamo ottenuto sul costo del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti: se nel 2013 sfiorava i 10,5 milioni di euro, nel 2016 siamo arrivati a meno di 9 milioni».
L'analisi dei dati consente anche di scoprire i casi limite o lontani dalla media: è quanto avviene al centro commerciale Gli Orsi, dove buona parte dei negozi – compresi quelli di abbigliamento – paga di più rispetto all'anno precedente, a differenza di quanto avviene in altre zone della città per esercizi commerciali simili. «È evidente che, a parità di condizioni, il rincaro è dovuto a qualche problema nella raccolta differenziata, che affronteremo insieme» spiega l'assessore. «E con altri “grandi utenti” come il carcere, un agglomerato da 600 persone, studieremo percorsi su misura per far sì che il loro modo di differenziare i rifiuti sia più efficace».