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Le celebrazioni a Biella del 4 novembre

101° anniversario dalla fine della "Grande Guerra"

Si è svolta questa mattina ai giardini Zumaglini la celebrazione del 101° anniversario dalla fine della "Grande Guerra", Festa dell'Unità Nazionale Giornata delle Forze Armate. Alla cerimonia, accompagnata dalla banda Verdi e dal picchetto d'onore interforze di carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia penitenziaria e volontarie della Croce Rossa, sono intervenuti con un discorso ufficiale il presidente della Provincia Gianluca Foglia Barbisin e il sindaco di Biella Claudio Corradino. Al Viceprefetto vicario Patrizia Bianchetto il compito della lettura alle autorità presenti e alla cittadinanza del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo l’alzabandiera, come da cerimoniale è stata deposta la corona di alloro al monumento dei Caduti.

Di seguito riportiamo l’intervento integrale del sindaco di Biella Claudio Corradino:

"Celebriamo oggi la ricorrenza del 4 novembre, ricordo della vittoria conseguita dalle truppe italiane nel 1918 che segnò la fine della Prima guerra mondiale. È anche la festa delle forze armate, che ringraziamo per il contributo straordinario dato all'unificazione dell'Italia e alla costruzione della nostra Patria.  E' la festa di tutto il popolo italiano. La commemorazione del 4 novembre ci aiuta a non dimenticare, ci aiuta a ricordare le persone che hanno dato la vita per l’Italia , ci aiuta a ricordare chi ha sofferto e chi è morto al fronte, ma anche le famiglie, le mogli, le madri, i figli di quei giovani ragazzi di Biella, di Roma, di Napoli, di Torino, di tutta Italia, di quei soldati che hanno dato la vita per difendere i nostri confini.  Non a caso ci troviamo qui ogni anno per celebrare questo giorno, qui a Biella, così come in tutti i Comuni e Città d'Italia oggi si celebra allo stesso modo  il ricordo di quei ragazzi. Tutti i paesi d'Italia hanno infatti il loro monumento ai Caduti. Pensate: si celebra allo stesso modo, lo stesso giorno, in tutta Italia, sotto ad uno stesso monumento, il valore di quelle tante vite sacrificate per l'Unità della nostra nazione. Dobbiamo dunque fermarci un attimo a ricordare rispettosamente i nostri caduti, ringraziare le nostre forze armate, e capire il significato profondo dell'essere italiani. Cento e uno  anni orsono, le battaglie del Piave, fiume divenuto sacro per il sacrificio di tanti concittadini, segnarono la volontà di risposta di uomini duramente provati dagli anni trascorsi nelle trincee, eppure decisi a prevalere in quella che era avvertita come la quarta guerra di indipendenza. Quando tutto sembrava perduto, il Paese trovò sulle trincee e sul fronte interno le energie per riprendersi e capovolgere le sorti del conflitto. La commemorazione del 4 novembre rappresenta anche l'occasione preziosa per fermarci a riflettere sul senso della guerra, sempre ingiusta, sempre dolorosa, sempre crudele, sempre disumana, ma a volte inevitabile. C’è un messaggio forte e chiaro che giunge a noi dalla costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. Ripudiare la guerra vuol dire vincere l'egoismo umano, sempre pronto a dichiarare nuove guerre per smania di potenza, con la lotta all'ignoranza e al disimpegno civico; la conquista della libertà e della pace non sono state acquisite una volta per tutte ma sono, invece, conquiste che si consolidano ogni giorno, nelle nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, ovunque si costruisce amore per la vita, per la democrazia, rispetto per gli altri, aiuto per i più deboli. Ma una cosa deve essere molto chiara: nulla si fa cancellando il passato. Impariamo dal nostro passato, non disperdiamo la lezione della storia e la saggezza dei nostri anziani: impegniamoci personalmente perché il nostro paese ha bisogno di ognuno di noi. Il rispetto per gli altri, la democrazia, la salvaguardia dei diritti umani che nel corso dei secoli la nostra civiltà ha saputo coltivare e promuovere sono valori non negoziabili, che dobbiamo difendere e propagandare anche e soprattutto verso  coloro che  oggi, animati da un fondamentalismo religioso  o politico, vorrebbero imporre passi indietro nel riconoscere pari dignità a tutti, uomini e donne, indipendentemente dal credo politico o religioso od orientamento sessuale. Ringrazio voi ragazzi, per essere qui a celebrare con noi questa importante ricorrenza; Vi auguro di crescere con la convinzione che la pace, il dialogo, il confronto e l'onestà siano sempre la strada principale  da percorrere. Ringrazio tutte le associazioni d'arma presenti oggi, non le cito per non dimenticare nessuno.  Li ringrazio per il calore e il senso patriottico con cui sempre partecipano alle cerimonie ufficiali come quella di oggi.

Alle Forze Armate, protagoniste in questa giornata, indirizzo il riconoscente pensiero della nostra Città.

Ai Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria ed alla Polizia di Stato giunga il ringraziamento di tutta la popolazione per la professionalità, l’abnegazione, il senso di solidarietà e di umanità con cui assolvete al vostro dovere, è di straordinario esempio. Viva le nostre associazioni d'arma, viva le forze armate, viva l'Unità nazionale, viva l'Italia!".