Una storia comune che s’intreccia da un secolo e mezzo
La storia del CAI Sezione di Biella si intreccia con quella della Biblioteca Civica per svariate ragioni: la prima è la quasi contemporanea istituzione e la seconda è Quintino Sella, promotore di entrambe.
Nel 1872 venne istituita la Sezione Biellese del CAI e presso il Circolo Sociale, il 6 gennaio del 1873, fu organizzata una festa descritta sul bollettino nazionale a firma dell’instancabile segretario Giuseppe Corona, cui Quintino Sella aveva inviato un telegramma di congratulazioni per complimentarsi del successo ottenuto con la costituzione della Sezione, che lui stesso aveva caldeggiato.
In quello stesso anno, il 19 ottobre, lo stesso Sella inviava al sindaco di Biella, Tommaso della Marmora, una lettera in cui era sottolineata la necessità di fondare, con il concorso dei privati cittadini, una biblioteca pubblica, possibilmente annessa a un istituto scolastico; accompagnando la sua proposta con il dono di 2.355 volumi. L’11 febbraio del 1874 il Consiglio Comunale istituiva la Biblioteca Municipale annessa alla Scuola Professionale, con sede nei locali dell'ex Convento di San Sebastiano.
Da quel momento i rapporti fra il CAI e le biblioteche (non dimentichiamo che la Biblioteca Municipale a breve venne affiancata da quella del Liceo) furono assidui perché il Club Alpino compare fra i donatori e le biblioteche diventano luogo d’eccellenza in cui conservare la memoria. Anche se il sodalizio aveva (e ha) al suo interno una biblioteca propria, venne giudicato comunque fondamentale far avere al Municipio una copia di quanto si reputò importante in tema di alpinismo. Il primo volume donato porta il numero di inventario 1992 (oggi siamo a quasi 300.000). Si tratta della conferenza “L'alpinismo e la scuola” di Mario Cermenati, pubblicata da Loescher & C. nel 1898. Contemporaneamente venne depositato anche il volume curato dallo stesso CAI, Il Biellese, pubblicato nel 1898 (e di cui verrà riproposta la pubblicazione anastatica proprio in occasione del centocinquantenario che ora si festeggia).
Molti donatori che destinarono le loro biblioteche personali alla collettività avevano legami con il CAI e la passione per l’alpinismo, quindi le collezioni civiche conservano interessanti e numerosi volumi collegati alla storia della Sezione di Biella del Club Alpino, alle imprese alpinistiche dei biellesi, alla fotografia di montagna e naturalmente all’alpinismo in generale.
In queste vetrine abbiamo selezionato solo alcuni volumi che abbiamo ritenuto interessanti: le pubblicazioni curate dal CAI come il già citato Il Biellese, sia nell’edizione del 1898, sia in quella del 1927, i bollettini sezionali locali con vari riferimenti curiosi (le tariffe dei portatori e delle portatrici, le carovane scolastiche, …) e i bollettini nazionali (appartenuti a Guido Alberto Rivetti e giunti in biblioteca in seguito alla donazione della Banca Sella). In questi ultimi sono stati evidenziati alcuni articoli a firma di biellesi o riferiti a imprese alpinistiche di questi ultimi o, ancora, recensioni di pubblicazioni importanti come i volumi di Vittorio Sella, Emilio Gallo, quelli di Giuseppe Corona, di Domenico Vallino e altri ancora.
Di questi articoli è presente on-line lo spoglio articolo per articolo sul portale delle biblioteche, BiblioBi, curato dalla Biblioteca Civica di Biella.
Oltre a questi sono stati selezionati alcuni opuscoli della sezione Alpinismo della Miscellanea di Quintino Sella. Di quest’ultimo abbiamo anche proposto l’ultimo discorso del 1880 Pegli alpinisti al di là dei cinquant’anni, quando dichiara che «le brine cominciano a colorire o scolorire i miei capelli». Nonostante ciò, dopo una notte «à la belle étoile» a poco meno di 4000 arriva in vetta grazie al «festina lente» che considera precetto indispensabile per l’alpinista.
“Ovviamente questo che proponiamo non è un panorama esaustivo del posseduto, ma solo una lettura parziale o, per dirla con una metafora alpinistica, un campo base – dice la direttrice della Biblioteca Civica Anna Bosazza, affiancata dall’assessore alla Cultura Massimiliano Gaggino -. Per questo abbiamo organizzato una piccola esposizione di volumi legati alla storia del CAI nelle vetrine della sala grande. Si tratta per lo più di volumi donati proprio dal CAI o da altri appassionati alpinisti o da Sella stesso. La vetta è più in alto, ma è comunque un buon punto da cui partire!”.