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Due appartamenti comunali alle donne vittime di violenza

La panchina rossa di piazza Martiri, uno dei simboli contro la violenza sulle donne

Due appartamenti di edilizia sociale di Biella Sud saranno riservati alle donne vittime di violenza e ai loro bambini, come aiuto al loro percorso di rinascita: è il gesto concreto con cui il Comune ha deciso di dare il via al progetto “Viva”, acronimo di “Voglio iniziare una vita autonoma”, che i servizi sociali municipali hanno studiato per sostenere le vittime di maltrattamenti domestici una volta chiusasi la prima fase, quella dell'emergenza e della necessità di mettersi al sicuro.

«Quello delle donne bersaglio della violenza o di maltrattamenti intrafamiliari» spiega Francesca Salivotti, assessore ai servizi sociali, «è uno dei target attualmente scoperti. Queste donne, sole o con figli, arrivano a completare il percorso di prima accoglienza, quello che necessita anche di protezione, ma poi si ritrovano a non avere una sistemazione che possa aiutarle a ricominciare una vita autonoma».

I due alloggi che il Comune metterà a disposizione serviranno a questo scopo: nelle nuove case, le vittime di violenza potranno avere una base su cui ricostruire la propria vita in autonomia. La delibera approvata dalla giunta nella seduta di lunedì 25 marzo fissa anche i criteri per potervi accedere: tra questi essere residenti a Biella da almeno 12 mesi e se extracomunitarie avere il permesso di soggiorno in regola, la volontà di aderire a proposte di welfare generativo, ovvero “ricambiando” l'ospitalità mettendosi a disposizione per piccoli lavori, ad esempio migliorie agli alloggi stessi, e l'esistenza di un piano di lavoro con tutte le figure professionali che si occuperanno del caso. Un'altra condizione imprescindibile è che non vi siano provvedimenti di collocamento protetto da parte dell'autorità giudiziaria e che ci sia una valutazione da parte dell'assistente sociale che costruirà insieme alle donne ospiti un progetto non solo di accoglienza ma anche di vita autonoma.

Nel patrimonio di Biella ci sono 276 alloggi di edilizia sociale, a disposizione delle fasce deboli della popolazione. Con questi due appartamenti, diventeranno undici quelli riservati a progetti speciali. «In giorni in cui si discute delle risorse che rischiano di venire a mancare alle case rifugio» chiude Francesca Salivotti «questo è un passo concreto che il Comune può fare per affrontare il problema di chi resta coinvolto in episodi di violenza e ha bisogno non solo di protezione ma anche di prospettive per il futuro».