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La fotografia di Dario Fo pittore nel bookshop della mostra

L'emozione del figlio Jacopo all'inaugurazione della mostra di Dario Fo

«Mio padre ha trovato in questo progetto la forza per prorogare il suo tempo di vita terreno. I medici, insieme ai farmaci, dovrebbero prescrivere di fare arte e di fare qualcosa di generoso per gli altri ogni giorno dopo i pasti»: il ricordo accorato di Dario Fo nelle parole del figlio Jacopo ha emozionato i più di 200 presenti all'inaugurazione della mostra Darwin. L'universo impossibile, aperta al pubblico da domenica 30 ottobre a Biella, tra Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo Losa. È stata anche la prova che l'evento, da occasione di arte e conoscenza, è diventato davvero un omaggio, il primo in Italia, alla figura del Premio Nobel per la letteratura, scomparso pochi giorni fa.

Jacopo Fo ha raccontato anche la genesi della passione del padre per la figura di Charles Darwin, lo scienziato inglese padre dell'evoluzionismo, a cui sono dedicate le oltre 130 opere del percorso espositivo: «Ha usato la sua vicenda per porre un problema scientifico e filosofico, quello del miracolo dell'evoluzione che ha reso la natura quella che conosciamo. Ci sono oltre cento componenti chimici in una cellula, la base di qualsiasi organismo vivente. Il fatto che si siano combinati esattamente in modo da far nascere una cellula sfida le leggi della probabilità».

A introdurre la serata è stato Marcello Vaudano, a nome della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, co-organizzatrice insieme al Comune dell'evento. «Se si scrivesse un libro, alla moda illuminista, su Dario Fo, il sottotitolo dovrebbe essere “o dell'eresia”, quella di chi sceglie di prendere una parte e ha il coraggio di opporsi alla cultura dominante. Conobbe l'emarginazione e poi il riscatto, con la fama diventata internazionale. Anche in questo somigliava a Gustavo Buratti, non a caso l'uomo che lo invitò a Biella nel 1974, quando venne organizzato un grande evento per commemorare la figura di Fra Dolcino. Oggi sarebbe felicissimo di questa mostra». Una gioia che faticava a contenere il sindaco Marco Cavicchioli, ammiratore di Fo da lunga data, come ha raccontato in un aneddoto: «Era il 1992 e mi presentai a teatro a Milano, dove recitava. Il suo collaboratore Mario Pirovano mi vide all'ingresso e mi fermò: “Sei uno studente o un giornalista?”. Ero uno studente. Così mi fece entrare. E restai in camerino con Dario Fo per un'ora e mezza a chiacchierare. Lui era generoso, disponibile, mai parco di sé. Nell'ultima telefonata, organizzando questa mostra, passò mezz'ora a raccontarmi idee, progetti, altre cose che avremmo potuto fare a Biella».

La mostra è a ingresso libero e occupa le sale di Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo Losa, antiche dimore che si guardano dai due lati di Corso del Piazzo. Le opere sono in vendita, per precisa volontà del Maestro, e gli incassi, così come quelli della vendita delle riproduzioni e dei libri nei bookshop, serviranno a sostenere l'attività della onlus Il Nobel per i disabili, che Fo fece nascere investendo il premio ricevuto dall'Accademia di Stoccolma. Le visite saranno spesso accompagnate, soprattutto quelle mattutine riservate alle scuole, dai racconti degli attori della compagnia Fo-Rame, gli stessi che sabato sera, guidati da Mario Pirovano, storico interprete e collaboratore del Maestro, hanno offerto alla città uno spettacolo a palazzo Gromo Losa. «Oggi si parla di interattività museale» ha detto Jacopo Fo. «Mio padre, uomo di palcoscenico, pensava che non ne esistesse una più potente che l'interazione con un altro essere umano».

La mostra è aperta dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30 domenica 30 e lunedì 31 ottobre e martedì 1 novembre e poi per tutti i fine settimana fino a dicembre, quando ci sarà un'altra apertura straordinaria lunedì 5, martedì 6, mercoledì 7 e giovedì 8. Le visite guidate straordinarie per le scuole saranno nei giorni 21, 22, 28 e 29 novembre con due rappresentazioni al giorno alle 9 e alle 11. Le scuole interessate possono prenotarsi allo 015.2529345 o via email all'indirizzo cultura@comune.biella.it. La raccomandazione per i visitatori è di raggiungere il Piazzo con la funicolare oppure di lasciare l'auto al parcheggio del Bellone (lato via Mentegazzi), collegato con corso del Piazzo da un ascensore.

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