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Rete Dafne Biella: un aiuto, una guida per ricostruire una realtà più vivibile

Rete Dafne Biella è presente il via Orfanotrofio 16

Lo sportello aperto in via Orfanatrofio

Rete Dafne nasce a Torino nel 2008, inizialmente come progetto realizzato da partner istituzionali pubblici e privati. Rete Dafne Biella, grazie al sostegno di Regione Piemonte, del Comune di Biella, di Anteo impresa sociale, dell’Associazione Paviol e della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, nasce come servizio totalmente gratuito rivolto a tutte le persone che si sono trovate nella condizione di subire un reato.
Perché un servizio come Rete Dafne può essere utile alla cittadinanza? Perché spesso il sistema giudiziario ha il mandato di occuparsi in prima battuta di chi il reato lo ha commesso, o che è indagato in tal senso, con il rischio però di ritrovarsi in una condizione d’impotenza nel dare il giusto spazio e riconoscimento a coloro che il reato lo hanno subito.
Un reato, qualsiasi esso sia, in alcuni casi può “fortunatamente” avere delle conseguenze minime sulla vittima, ma in altri può segnare profondamente la vita di una persona, configurandosi come uno spartiacque tra un “prima” e un “dopo”. La vita della persona e dei suoi cari può subire un arresto, un’interruzione delle normali attività quotidiane, le giornate possono riempirsi di pensieri disturbanti e la realtà assumere una connotazione pericolosa e angosciante. L’evento reato ha delle conseguenze a livello sociale e a livello individuale. Così come alcuni drammatici episodi scuotono l’opinione pubblica, così la vita del singolo e dei suoi cari ne è scossa.

“Le persone possono rivolgersi a Rete Dafne a partire da situazioni e bisogni differenti – spiega l’assessore alle Politiche Sociali e assistenziali Isabella Scaramuzzi -. Innanzitutto perché hanno paura, o perché soffrono per quanto gli è accaduto; oppure semplicemente perché hanno bisogno di informazioni e di una guida su come procedere. Altre volte invece sono tormentate dalla rabbia, dalla frustrazione e da un senso d’impotenza, d’ingiustizia e di perdita di fiducia nelle realtà istituzionali”.
Se l’aspirazione comune - a livello sociale e individuale - è che la verità su quanto accaduto emerga, e che quindi l’effettivo colpevole venga sanzionato per ciò che ha commesso, parallelamente è anche vero che può essere importante per coloro che si sono ritrovati nella posizione di vittima scegliere di farsi accompagnare per ricostruire una realtà più vivibile.

Parafrasando le parole di Marco Bouchard, presidente di Rete Dafne Italia: il procedimento penale, per quanto possa appagare le richieste di condanna e di risarcimento delle vittime, non riuscirà a restituire completamente all’offeso la vita che ha preceduto il delitto, e forse non è neanche la sua funzione quella di ricostruire una continuità tra passato e presente. Quindi, da un certo punto di vista, il processo rimane insoddisfacente, lasciando dietro di sé un “resto” irreparabile, insostituibile, indicibile. Proprio per questo, è solo la persona vittima che può trovare le risorse per affrontare quello stesso “resto”, per ritrovarsi come persona in quanto tale e cessare così di essere vittima passiva. A questo scopo è nato lo sportello di Rete Dafne Biella, che grazie ai suoi operatori (educatori, psicologi, avvocati, medici), può essere un buon luogo a cui rivolgersi per farsi accompagnare nel ricostruire una realtà più vivibile. Rete Dafne Biella è presente in via Orfanatrofio 16 ed è contattabile attraverso il numero verde 800 919108 attivo da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 20,00 oppure al 389-5503386 da lunedì a venerdì dalle 12,00 alle 18,00. C’è una segreteria telefonica attiva 24 ore su 24 ed un operatore richiamerà la persona entro il primo giorno lavorativo successivo alla chiamata.